Tito firma accordo di amicizia con l’Urss ( aprile 1945 )

Il 5 aprile 1945 il capo partigiano jugoslavo Tito firma un accordo che consente “l’ingresso temporaneo delle truppe sovietiche nel territorio jugoslavo”.
Josip Broz, detto “Tito”, segretario generale del Partito Comunista della Jugoslavia, aveva guidato dal 1941 il movimento partigiano alla controffensiva contro le potenze dell’Asse occupanti di Germania e Italia. Riconosciuto dagli alleati come il capo della resistenza jugoslava divenne nei fatti la guida di un movimento volto non solo ad espellere le forze dell’Asse, ma anche a sottrarre, nel contesto del dopoguerra, il controllo della Jugoslavia, sia dai movimenti monarchici e democratico.
[banner]Una volta che l’esercito sovietico liberò la Serbia, il destino della Jugoslavia come Stato comunista era segnato. Il compito di Tito, ora consistette nel rimanere indipendente sia dall’URSS che dall’Occidente. A tal fine egli creò in Yugoslavia una federazione socialista che divenne nota per la sua posizione di non allineamento.
Come parte dell’accordo siglato il 5 aprile 1945, Tito si assicurò la condizione che i sovietici avrebbero lasciato la Jugoslavia, una volta completate le operazioni belliche Garantire il rispetto di questa clausola si rivelava problematico, in quanto Stalin cercava di mantenere una presenza sovietica nella Jugoslavia del dopoguerra, nel tentativo di cooptare il Partito comunista jugoslavo e creare un altro Stato fantoccio. Ma fallì nell’intento e Tito riuscì a destreggiarsi abilmente tra est e ovest in  modo da mantenere la presa sul suo Paese.
Anche se ha permesso una libertà culturale e scientifica senza precedenti nei Paesi del blocco sovietico, Tito si è anche macchiato di una repressione feroce contro le forze democratiche che lottavano per le riforme all’interno della Jugoslavia e ha centralizzato tutto il potere in un partito. Ma dopo la morte di Tito, nel 1980, il centro perdeva rapidamente la sua capacità di contenimento e il caos si è alla fine liberato nel decennio successivo sotto forma di guerra civile etnica.

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