La dinastia califfale degli Omayyadi e la loro espansione

Gli Omayyadi furono una dinastia di quattordici califfi detentrice della massima carica dell’islam arabo dal 661 al 750 d.C. Il primo capo Omayyade Abu Sufyan fu all’inizio un avversario di Maometto, salvo poi convertirsi all’Islam quando la sua diffusione appariva inarrestabile. Un cambiamento di schieramento che conferì a lui e alla sua famiglia grande prestigio e vantaggi all’interno della nazione araba. Dopo un periodo di transizione nel 661 suo figlio Muawiya fece uccidere e depose il califfo Ali, conquistando il potere.
[banner size=”468X60″]Fu un periodo di grande riorganizzazione interna, venne generalizzato l’uso della lingua araba e venne anche trasferita la capitale a Damasco in Siria. Vennero create le premesse per l’espansione militare araba: dapprima verso Oriente, l’Iraq e le sponde dell’Indo; quindi in Occidente, in Spagna e in Sicilia. Tra i califfi omayyadi vanno menzionati Abd-al Malik (685-705) suo figlio al Walid I ( 705-715), Sulayman (715-717) e Omar II( 717-720). Abd Al MaliK fu colui che riunì i domini frammentati dai predecessori con l’unificazione monetaria e l’imposizione della lingua araba nell’amministrazione. Al Walid proseguì l’espansione territoriale, favorì le arti e la letteratura, fece erigere la grande moschea di Damasco. Sulayman viene ricordato per lo stile di vita lussuoso e l’abilità oratoria. Omar II, decisamente più austero, si adoperò affinché i suoi sudditi seguissero con rigore i precetti dell’ortodossia religiosa e introdusse modificazioni nel fisco che resero più equilibrata l’imposizione fiscale tra musulmani e gli aderenti ad altre confessioni ( in particolare ebrei e cristiani)

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