Inflazione e svalutazione della moneta nell’antica Roma

Anche gli antichi Romani avevano il problema dell’inflazione che alla fine dell’impero Romano d’Occidente raggiunse dimensioni spropositate. La moneta base a Roma era il denario che valeva 10 assi e introdotto durante la seconda guerra punica conteneva 4, 50 grammi d’argento. Ma attorno al 120 a.C. occorrevano sedici assi per un denario.
[banner size=”468X60″]La quantità di argento nella moneta venne progressivamente diminuita e dopo Caracalla in un periodo di grave instabilità politica ed economica, la moneta contenneva appena 0,5 grammi. In quell’epoca i prezzi salirono fino al 1000 per cento. Diocleziano riuscì in parte a porre un freno all’inflazione e i prezzi alla fine del suo principato salirono “soltanto’ del 100 per cento. La moneta si svalutò molto anche nei confronti dell’oro. Ai tempi di Diocleziano una libbra d’oro valeva 5000 denarii, dopo Costantino ne valeva 20 milioni.

Fonte: Storica del National Geographic, aprile 2012

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